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Antibiotico-resistenza:una reale minaccia. Il ruolo dell’odontoiatra.

Antibiotico-resistenza: una minaccia per l’uomo

La resistenza agli antibiotici, o antibiotico-resistenza, è la capacità dei batteri di contrastare l’azione di uno o più antibiotici.
Gli esseri umani e gli animali non diventano resistenti agli antibiotici, sono i batteri trasportati da uomini e animali che possono farlo. La farmaco-resistenza dei batteri è un naturale processo evolutivo ma il fenomeno viene aggravato dall’utilizzo scorretto dei farmaci

Da oltre 20 anni non si scoprono nuove molecole antibiotiche e il rischio è quello di regredire a un’era pre-antibiotica entro il 2050: le persone ricominceranno a morire per malattie che oggi sono sotto controllo come la polmonite, il tifo o la tubercolosi.

Un aspetto allarmante è che in Europa il 75% di queste infezioni dovute a batteri antibiotico-resistenti è rappresentato da infezioni relative all’assistenza sanitaria. Un fenomeno che potrebbe diminuire sensibilmente con adeguate misure di prevenzione e controllo delle infezioni e con la corretta gestione degli antibiotici
Gli antibiotici sono indispensabili in molte infezioni causate da batteri, mentre sono inutili e addirittura dannosi in caso di infezioni causate da virus come ad esempio in caso di influenza o raffreddore.

L’uso scorretto degli antibiotici

Nonostante la pericolosità del fenomeno dell’antibiotico-resistenza e la costante diffusione e crescita medici e pazienti continuano a utilizzare questi farmaci in maniera eccessiva e/o errata. Il settore odontoiatrico non è da meno. Tra i dentisti l’uso empirico degli antibiotici è infatti la norma. È dovere soprattutto della classe medica utilizzare gli antibiotici in maniera appropriata e prudente evitandone soprattutto la prescrizione in casi di patologie virali su cui gli antibiotici non hanno alcuna efficacia. La responsabilità dei medici, e quindi anche degli odontoiatri, si estende anche all’informazione del paziente.
L’uso scorretto da parte dei pazienti è duplice:

  • vogliono gli antibiotici anche quando non ce n’è bisogno, arrivando a farseli vendere anche senza prescrizione medica,
  • li assumono a bisogno e quando ritengono di essere guariti sospendono il trattamento, aumentando la resistenza dei batteri dato che quelli che muoiono per ultimi sono anche quelli che hanno già iniziato il loro processo evolutivo verso la resistenza.  

Il ruolo dell’odontoiatra nel contrasto al fenomeno dell’antibiotico- resistenza

Su questi aspetti riportiamo il parere del prof. Roberto Mattina, docente di Microbiologia all’Università degli Studi di Milano, con specifica competenza in ambito odontostomatologico.

L’odontoiatra è un prescrittore di antibiotici sia in caso di processi acuti, come un ascesso gengivale o una pulpite, ma anche in profilassi, cioè per prevenire le infezioni quando si eseguono interventi – quali un impianto o un distaccamento gengivale – che consentono l’ingresso di un gran numero di batteri presenti nel cavo orale. In questo caso si devono scegliere molecole che si distribuiscano bene a livello della mucosa gengivale e dell’osso alveolare e l’antibiotico deve essere somministrato una o due ore prima dell’incisione. Solitamente si fa una profilassi “short” che dura pochissimo, dal punto di vista medico-legale è sufficiente un’unica somministrazione a dose piena o doppia di antibiotico. Nei casi di infezione acuta l’odontoiatra per vari motivi attua una terapia empirica che però deve essere fatta in maniera ragionata: l’antibiotico, cioè, deve essere scelto ipotizzando quali batteri possano essere responsabili di quel tipo di infezione e poi occorre fare un “antibiogramma mentale”, ossia pensare a quali antibiotici potrebbero essere attivi su quelle specie batteriche e scegliere il farmaco che si ritiene più valido.

Un altro problema legato al mondo dell’odontoiatria è il ricorso empirico alla terapia a base di antibiotici. Gli odontoiatri spesso non inviano campioni ai laboratori di microbiologia quindi non è così assurdo pensare che si prescrivano antibiotici che non sono più attivi. L’invio di campioni permette l’aggiornamento della banca dati e quindi un quadro più completo sull’ antibiotico-resistenza che permette di capire quali antibiotici sono ancora efficaci. Una terapia mirata prevede l’invio dei campioni in laboratorio per un antibiogramma permettendo quindi di prescrivere l’antibiotico più efficace su quei batteri. 
La terapia mirata presenta però alcune difficoltà:

  • il cavo orale è ricco di batteri , quelli presenti nella saliva e nella placca, per cui risulta complicato raccogliere un campione idoneo per l’antibiogramma,
  • molti batteri responsabili di infezioni odontoiatriche muoiono a contatto con l’ossigeno. Ciò rende complesso il prelievo, la conservazione e il trasporto dei patogeni vivi, 
  • i tempi di invio e risposta dai laboratori al giorno d’oggi è di circa 3 giorni e lasciare il paziente senza cura per così tanto tempo non è eticamente etico.

Ciononostante l’invio dei campioni permetterebbe di avere un’indicazione sull’andamento dell’antibiotico-resistenza permettendo quindi all’odontoiatra di attuare un’ottima terapia empirica ragionata. 

In caso di infezione del cavo orale o delle gengive non affidarti ai rimedi fai-da-te, non cercare di farti dare autonomamente degli antibiotici in farmacia, passa in studio per una visita dove valuteremo assieme il miglior approccio terapeutico per la tua salute. 

In allegato l‘opuscolo del Ministero della Salute.

cause resistenza agli antibiotici

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